Quello di Basmannyj è uno dei mercati ortofrutticoli più grandi di tutta Mosca.

Già nelle prime ore del mattino si popola di persone, principalmente migranti sottopagati provenienti dalle ex nazioni dell'Unione Sovietica che lavorano e vivono la maggior parte delle loro vite al suo interno.

Il 23 febbraio 2006 è una giornata nevosa come tante altre a queste latitudini e all'interno del mercato, sebbene sia molto presto, le attività sono in pieno svolgimento visto che tutto deve essere pronto per accogliere di lì a poche ore i primi cittadini che devono fare la spesa. Alle 5:20, prima dell'apertura per le vendite al dettaglio, il rumore delle operazioni di allestimento viene dapprima accompagnato da sinistri scricchiolii e quindi coperto dal boato provocato dal tetto che collassa su sé stesso.

Coloro che sono al'interno hanno pochi secondi per realizzare quanto sta accadendo. I più veloci riescono a rifugiarsi sotto alle bancarelle in allestimento mentre chi non ci riesce viene dopo poco travolto dalla cupola che viene giù in un immenso fragore.

Nel buio della notte le luci interne al mercato vanno via e quello che si sente sono solo le urla strazianti di coloro che chiedono aiuto, mentre il freddo e la neve iniziano a entrare copiosi nell'ambiente rischiando di congelare a morte i feriti intrappolati sotto alle macerie.

Chi può cerca di uscire facendosi largo tra i corpi schiacciati da grossi blocchi di cemento. Nel frattempo i soccorritori giungono sul posto e iniziano le operazioni di salvataggio dei feriti, ma la triste conta dei morti vede già 66 persone non fare più ritorno a casa.

Le autorità escludono da subito la matrice terroristica. Ci si concentra invece sul crollo strutturale e si fa subito una scoperta agghiacciante. L'architetto che ha disegnato il mercato è Nodar Kancheli, lo stesso che ha progettato il Transvaal Park di Mosca la cui struttura è collassata in modo analogo poco più di due anni prima.

Anche in questo caso la responsabilità viene data alle copiosa neve che si sarebbe adagiata sul tetto fino a portarlo oltre il punto critico ma non vengono escluse come concause la negligenza da parte degli ispettori degli edifici o un difetto di progettazione.

Dal canto suo Kancheli si difende sostenendo che avrebbe avuto un ruolo determinante nell'incidente il peso delle bancarelle e dei contenitori per la conservazione degli ortaggi eretti poco prima su un balcone al secondo piano e non erano previsti nel progetto originale. 
Va detto che il mercato era stato costruito nel 1974 e fino ad allora non aveva mai manifestato alcun tipo di problema.

Il bilancio finale è di 66 morti e decine di feriti, ma avrebbe potuto essere ben peggiore se il crollo si fosse verificato durante l'orario di apertura al pubblico.