È un freddo mercoledì 5 dicembre del 2018 e mancano pochi minuti alle 14.

Lungo la via Salaria, a pochi chilometri dal centro abitato di Passo Corese, in provincia di Rieti, un'autocisterna carica di GPL sta rifornendo un distributore dell'IP, posto in direzione Roma mentre sullo sfondo lampeggiano le luminarie per il Natale in arrivo.

Nel bel mezzo delle operazioni, senza una apparente spiegazione, l'autocisterna prende fuoco. Sul posto giungono i Vigili del Fuoco e qualche curioso si ferma ad osservare quanto sta accadendo.

Circa quaranta minuti più tardi, mentre sono in corso le operazioni di spegnimento, l'autocisterna esplode, investendo in pieno soccorritori e automobilisti. Lo scoppio provoca due morti e diciotto feriti, alcuni dei quali molto gravi. L'esplosione è stata talmente violenta da scaraventare l'autocisterna ad oltre settanta metri di distanza e da carbonizzare il mezzo dei Vigili del Fuoco.

A perdere la vita sono un Vigile del Fuoco e un passante. Il primo dei due, del distaccamento di Poggio Mirteto, non faceva parte della squadra inviata per domare l'incendio. Il pompiere era in servizio ma si trovava sul luogo per caso, poiché si stava recando a Roma per ragioni di lavoro. Ciononostante, aveva deciso ugualmente di fermarsi per dare manforte ai colleghi, con una scelta che gli si è rivelata fatale. La sua vicenda è diventata un simbolo dell'abnegazione e della dedizione al lavoro dei Vigili del Fuoco.

Solo il giorno precedente, aveva partecipato ai festeggiamenti in onore di Santa Barbara (protettrice dei Vigili del Fuoco e patrona di Rieti) e aveva preso parte a una dimostrazione nella caserma di Rieti, nella quale si simulava l'esplosione di una cisterna di GPL. Una coincidenza che in seguito apparirà come un macabro presagio.

I diciotto feriti sono in prevalenza Vigili del Fuoco e operatori del 118 che si trovavano nell'area al momento dell'esplosione, ma anche alcuni automobilisti che transitavano sulla statale. Trasportati negli ospedali di Rieti e di Roma, cinque di essi riportano ustioni gravi da codice rosso.

Dopo l'esplosione, la statale viene chiusa in entrambe le direzioni paralizzando il traffico tra Rieti e Roma.

Dell'area di servizio nei giorni successivi resta solo uno scheletro annerito con alcune macchine carbonizzate e una stella cometa bruciata a ricordare una tragedia che ha segnato per sempre una comunità locale.